La Storia dell’ Aloe

LA STORIA DELL’ ALOE

 

4000 a.C.

In alcune raffigurazioni sui muri dei templi egizi si vede che l’Aloe veniva usata per l’imbalsamazione e per uso terapeutico.

egizi

 

2100 a.C

In una tavoletta sumera si parla dell’utilizzo farmacologico dell’Aloe.

 

1276 a.C.

In Cina in alcuni manuali della dinastia Sung si parla delle virtù teraupetiche dell’Aloe.

 

2000 a.C.

I Maya usavano l’Aloe per alleviare il mal di testa e le donne per idratare la pelle e, a causa del suo gusto amaro, per svezzare i bambini.

 

2000 a.C.

Su di una tavola di argilla sumera scoperta in Mesopotania, presso la città di Nippur, nei pressi di Bagdad, viene riportato un elenco di piante medicinali tra cui anche L’Aloe.

Cleopatra

1550 a.C.

La prima dettagliata descrizione del valore terapeutico dell’Aloe, sia per uso interno che esterno, è certamente quella che appare nel papiro egizio di Ebers, uno dei più grandi documenti dell’antico Egitto che include anche la prima relazione scritta sui tumori. In questo papiro, lungo 20 metri per trenta centimetri di larghezza, venivano anche documentate 12 formule per l’uso dell’Aloe miscelata con altre piante naturali, tra le malattie trattate con l’Aloe rientrava anche il tracoma, malattia degli occhi che portava a cecità, conosciuta anche come “malattia egiziana degli occhi”. Sicuramente le regine d’Egitto Nefertiti e Cleopatra spalmarono sul loro corpo unguenti contenenti succo di Aloe, al fine di preservare la loro bellezza. Gli Egizi la chiamavano la pianta dell’immortalità perché rientrava tra le piante usate per l’imbalsamazione.

 

1300 a.C.

I popoli di Israele erranti nel deserto al seguito di Mosè, usavano l’Aloe per proteggersi dal sole e per le sue proprietà cicatrizzanti.

 

900 a.C.

In Egitto, il re Salomone coltivava personalmente nel suo giardino l’Aloe, fermamente convinto delle sue proprietà aromatiche e curative.

 

600 a.C.

Mercanti arabi la introdussero e la fecero conoscere in Persia e in India. Gli arabi avevano scoperto come trattare questa pianta ai fini curativi e la utilizzavano sia per uso esterno che interno e la chiamavano “Il Giglio del Deserto”.

 

Ippocrate
Ippocrate

460-337 a.C.

Ippocrate, padre dell’odierna medicina, parla dell’Aloe, elogiando le sue proprietà antinfiammatorie, rigeneranti e antisettiche.

 

 

 

400 a.C.

Pericle, famoso uomo di stato e alchimista di Athene, impiegava l’Aloe nel suo Elixir Proprietatis che era fatto a base di Aloe, Mirra e Zafferano.

 

335 a.C.

Alessandro Magno fu consigliato da Aristotele a conquistare l’isola di Socotra nell’Oceano Indiano poiché in questo luogo crescevano molte piante di Aloe e questa pianta gli era necessaria per curare le ferite dei suoi soldati durante le sue campagne militari.

 

400-300 a.C.

L’Aloe è conosciuta in Grecia; ne parlano gli antichi medici e scienziati di quella civiltà.

 

33 d.C.

San Giovanni scrive che Nicodemo durante la notte portò una mistura di Aloe e Mirra, circa 100 libbre di peso …Poi presero il corpo di Gesù e lo avvolsero in teli di lino foderati di spezie, come facevano gli ebrei… (Giovanni 19: 39-40)

60 d.C.

L’Aloe è descritta nelle opere di altri illustri scienziati dell’antichità, il medico greco Dioscoride, famoso medico al seguito delle legioni romane, nel “De Materia Medica” e nell’Erbario greco” descriveva che l’Aloe poteva essere impiegata per la cura dei foruncoli e delle emorroidi, per irritazioni al prepuzio, per ammorbidire la pelle secca, per alleviare il prurito, per le bruciature causate dal sole, per i genitali ulcerati, per irritazione alle tonsille, alle gengive e alla gola, per la caduta dei capelli, per contusioni e per fermare l’emorragia delle ferite. Dioscoride è considerato il primo autore dell’antichità che sviluppò un trattato di botanica farmacologica, Il suo famoso trattato è ancora oggi, guida e modello nella stesura degli erbari contemporanei.

 

75 d.C.

Il naturalista latino Plinio il Vecchio nel trattato “Historia naturalis” descrive le proprietà terapeutiche dell’Aloe per i disturbi allo stomaco,per accelerare la guarigione delle ferite, per il mal di testa, per i problemi di stipsi, per le irritazioni cutanee, per ridurre la traspirazione e addirittura per la calvizie.

 

200 d.C.

L’Aloe è un ingrediente importante della medicina naturale romana. Entra nelle ricette di Galeno.

 

700 – 800 d.C.

Anche in Cina sono noti gli usi curativi dell’Aloe, nota col nome di “Hsiang.tquan” in relazione al suo sapore amaro.

 

900 d.C.

In Arabia, Al-Kind, filosofo, ingegnere, fisico, afferma che l’Aloe sia efficace nel trattamento del dolore di origine infiammatoria, ulcere, ferite, scottature e che sia un valido aiuto per le ulcerazioni dell’occhio e nell’alleviare la depressione…Riferisce anche che l’Aloe sia utilizzata in Iran come purgante e in Egitto per depurare l’intero organismo.

 

1060 d.C.

Nel celebre Regimen Sanitatis Salernitanum viene prescritto l’uso della polvere di Aloe in miscela con altre piante per curare gli stati infiammatori a carico degli occhi e della testa. Nell’opera si parla anche delle proprietà cicatrizzanti sulla pelle e depurative per tutto l’organismo, nonché del potere di contrastare il canutismo.

 

1000 – 1200 d.C.

I Templari erano soliti assumere, per riprendersi dalle fatiche delle varie guerre e per rimanere in salute, una mistura a base di Aloe, vino di Palma e Canapa, che chiamavano Elisir di Gerusalemme.

 

1000 – 1300 d.C.

L’Aloe si diffonde in Europa; i portoghesi rubano agli arabi la supremazia nel commercio marittimo della pianta.

 

1299 d.C.

Marco Polo nel suo libro “ Il Milione” fa notare la rapida diffusione dell’Aloe attraverso le rotte commerciali dell’Impero Cinese.

 

1400 d.C.

I Gesuiti divennero dei veri e propri coltivatori e diffusori delle proprietà dell’Aloe che fecero conoscere in tutto il mondo utilizzando anche specie locali o piantandola direttamente.

 

1400-1500 d.C.

I conquistatori spagnoli ed i missionari diffondono la coltivazione e l’uso dell’Aloe nel Nuovo Mondo.

 

1492 d.C.

Cristoforo Colombo durante i suoi viaggi in mare usava portare delle piante di Aloe che piantava a poppa nel “giardinetto” e nei suoi diari riferisce:

“Quattro vegetali sono indispensabili per la vita dell’ uomo: il grano, la vite, l’ulivo e l’aloe; il primo lo nutre, il secondo gli allieta il cuore, il terzo lo armonizza, il quarto lo guarisce”…”Todo esta’ bien, hay aloe a bordo”

 

1513 d.C.

Juan Ponce de León nel 1513, il 2 aprile, cercando “la fonte dell’eterna giovinezza”, sbarcò in quella che è l’attuale Florida, qui il popolo dei Seminoles gli mostrò un luogo dove era coltivata L’Aloe e lo informò sulle sue molteplici possibilità d’ impiego, spiegandogli che l’Aloe aveva proprietà digestive, tonico revitalizzanti e veniva usata anche per la cura dei capelli. I vecchi saggi usavano recarsi presso questo luogo e bagnarsi nelle acque di una fonte che sgorgava sotto delle grandi Aloe poi applicavano delle foglie tagliate su tutto il corpo al fine di conservare la loro giovinezza.

 

1720 d.C.

I’illustre naturalista svedese Carlo Linneo viene ricordato come fautore del nome Aloe vera.

 

1752 d.C.

Il pittore veneto Pietro Longhi nel dipinto ‘Lo speziale’ ambientato in uno studio medico, raffigura in primo piano un esemplare di Aloe, alludendo in tal modo ai numerosi impieghi terapeutici della pianta nella pratica medica dell’epoca.

 

Francois Vincent Raspail1794 – 1878 d.C.

Francois Vincent Raspail un appassionato di chimica, di biologia e di botanica, inventò un microscopio e collaborò a diverse riviste scientifiche. Da lui provengono alcune citazioni famose:

“Vuoi vivere più a lungo di Noè? Prendi qualche pillola di Aloe!”

“Il medico del futuro non prescriverà farmaci al paziente, ma lo indurrà ad interessarsi maggiormente al proprio organismo,alla propria alimentazione ed alla causa ed alla prevenzione delle malattie”.

 

1852 d.C.

I ricercatori Smith e Stenhouse isolano il principio attivo dotato di attività lassativa e lo chiamano aloina.

 

1800 – 1900 d.C.

La coltivazione dell’Aloe si diffonde in varie altre zone del mondo, specialmente dell’America centro-meridionale e delle regioni affacciate sul Pacifico.

 

1895 d.C.

In un erbario cinese Him-che Yeung attribuisce all’Aloe proprietà anticancerogene, fungicide e antiparassitarie e ne mette in risalto le proprietà sia come purgante che come cicatrizzante.

 

1869 – 1948

Famosa è la frase pronunciata da Mahatma Gandhi :

“Mi domandate qual’è il segreto delle forze che mi sostenevano durante i miei lunghi digiuni; ebbene è stata la mia fede inebriante in Dio, la mia vita semplice e frugale e l’aloe, di cui scoprii i benefici appena arrivai in Africa del Sud, negli ultimi anni del secolo”.

1934 – 1935

Negli Stati Uniti appare la prima relazione scientifica da parte del Dr.C.S. Collis ed di suo figlio, circa l’impiego di gel di Aloe nella cura di radiodermiti conseguenti al trattamento patologie tumorali mediante radioisotopi. (ustioni provocate da raggi X) L’applicazione dell’Aloe aveva risolto il problema del prurito ed aveva portato alla completa guarigione delle lesioni cutanee.

 

1940

Tom Rowe dell’università della Virginia conferma l’efficacia dell’ Aloe nel trattamento della radiodermite indotta con radiazioni su ratti e attribuisce l’attività ai principi contenuti nella parte esterna della foglia.

 

1945

Ustionati dalle esplosioni atomiche in Giappone vengono curati con risultati sorprendenti con gel di Aloe.

 

1940-1960

La scuola russa (Filatov) porta a compimento tutta una serie di sperimentazioni per valutare appieno le proprietà curative dell’Aloe.

 

1950

Il dottor G.W. Reynolds classifica 350 specie di Aloe. Oggi si contano oltre 600 varietà del genere Aloe, definite come Aloeacee, di cui ben 125 distribuite nel Sudafrica. Reynolds ritiene che il ceppo di origine dell’Aloe sia da ricercare in Africa, da dove si sarebbe poi diffusa nel resto del mondo, in special modo nelle regioni tropicali.

 

1950

L’ing. Stockton studia un metodo atto a stabilizzare il gel di Aloe in modo da comodo uso ogni qual volta potesse occorrere ed in qualsiasi posto.

 

1950-1954

E’ evidenziata e confermata un’attività batteriostatica (antibioticosimile) dell’Aloe verso diversi tipi di stafilococchi.

 

1958

Il farmacista texano Billl Coats riesce a stabilizzare il gel dell’Aloe impedendo la facile ossidazione del succo e consentendo la conservazione di enzimi e vitamine, il metodo consisteva nel far incubare il gel con vitamina C, vitamina E e sorbitolo.

 

1959

Negli Usa il Ministero della Sanità riconosce ai preparati di Aloe l’attività rigenerativa sui tessuti cutanei.

 

1960-1970

In questi decenni appaiono le prime formulazioni di cosmetici contenenti Aloe, che si rifanno, per quanto concerne la funzionalità, a quelle che sono le proprietà del principio attivo in preparati dermatologici medici (lenitivo, calmante, cicatrizzante, ammorbidente, ecc.)

 

1963

In una ricerca clinica condotta da JulianJ insieme ad altri collaboratori, sono stati trattati 18 pazienti con ulcera peptica, curati precedentemente con terapia convenzionale senza successo; ogni paziente ha assunto una dose al giorno di un preparato a base di Aloe e questo ha portato ad una completa risoluzione della sintomalogia di 17 malati sui 18 trattati.

 

1969

In uno studio coordinato da Eugene Zimmerman presso il Baylor College di Odontoiatria sull’efficacia nel trattamento di affezioni odontoiatriche, si è evidenziato il potere antisettico dell’Aloe nei confronti di numerosi microrganismi (Staphilococcus e candida albicans).

 

1973

M EI Zawahry ed altri ricercatori del Cairo confermano l’efficacia dell’Aloe per uso locale e per via interna nella cura di numerose forme di affezioni dermatologiche: acne, seborrea, alopecia, ulcere alle gambe e perdita dei capelli.

 

1974

Negli USA, negli health food store appaiono i primi long-drink a base aloe.

 

1978

Al Congresso IFSCC di Tokio, l’Aloe viene presentata come “un valido principio attivo di impiego cosmetico”. Una rivista scientifico americana riporta che ormai lo maggior parte delle linee cosmetiche di importanti aziende contengono almeno un preparato a base di questo ingrediente.

 

1976

E’ spiegato l’effetto calmante ed antidolorifico dell’Aloe col fatto che essa contiene sostanze che impediscono la formazione e l’effetto infiammatorio e dolorifico della brakidìna.

 

1978

Il Dott. G.R. Waller, dell’Università dello stato di Oklahoma negli USA, descrive l’ampio spettro di principi attivi presenti nell’Aloe: aminoacidi, monosaccaridi, steroli, lupeolo.

 

1980

Sperimentazioni cliniche (Chicago) dimostrano la capacità di Aloe di guarire bruciature di terzo grado e congelamenti in un tempo inferiore a quello di moderni specifici medicamenti. E’ parimenti confermata l’efficacia di Aloe verso una nutrita serie di ceppi batterici senza essere tossica.

 

1980

Il Dott. Bill WolfeViene conferma l’attività dell’Aloe nei riguardi di diversi ceppi batterici e virus e risulta efficace nella cura dell’Herpes.

 

1981

Nasce IASC (International Aloe Science Council) un’ente preposto al controllo e coordinamento di tutte le attività industriali, tecniche e commerciali inerenti la coltivazione, la lavorazione, la vendita e l’impiego di Aloe, nonché degli studi scientifici effettuati su detto principio per una loro ordinata e utile diffusione.

Dr Max Skousen
Dr Max Skousen

1982

Dr Max Skousen direttore dell’Istituto di investigazioni sull’Aloe, in California, USA. Pronuncia la seguente citazione:“Il succo di Aloe Vera è la più potente sintesi di antibiotico, astringente, agente coagulante, inibitore del dolore e stimolante della crescita dei tessuti che si conosca in natura”.

 

1982

Jhon Bland del Linus Pauling Institute conferma il miglioramento del processo digestivo indotto dall’Aloe e il miglioramento delle affezioni gastrointestinali (gastrite, duodenite, intestino irritabile) in assenza di effetti collaterali.

 

1985

Jeffrey Bland del Linus Pauling Institut conferma il miglioramento del processo digestivo indotto dall’Aloe e il miglioramento delle affezioni gastrointestinali ( gastrite, duodenite, intestino irritabile) in assenza di effetti collaterali.

 

1986

Viene pubblicato un articolo da parte di alcuni ricercatori dell’Università Reale dell’Arabia Saudita in cui si riporta che l’estratto secco del succo di Aloe viene utilizzato nella Penisola Arabica da pazienti diabetici per il potere ipoglicemizzante dovuto ad alcuni principi attivi.

 

1987

Rosalie Burns documenta l’Attività analgesica della guarigione dell’Herpes zoster da parte dell’Aloe. Nello stesso anno il dottor H.reg McDaniel di Dallas, Texsas, conclude una ricerca in cui dimostra l’attività di inibizione da parte dell’Aloe nei confronti AIDS.

 

1989

Ricercatori giapponesi di Okinawa, Giappone sul Japanese Journal of Cancer Research affermano che l’Aloe contiene almeno tre sostanze a riconosciuta attività antitumorale: emodina mannosio e lecitina. Sostengono inoltre che l’Aloe inibirebbe il tumore polmonare e sarebbe efficace nella cura della leucemia e del sarcoma.

 

1992

Il dott. Strickland (Università del Texas) suggerisce la possibilità che Aloe può non solo fermare il danno provocato al sistema immunitario da severe esposizioni alla luce solare, ma può realmente restituire al sistema la sua completa normale funzionalità compromessa dalla bruciatura.

 

1994

La FDA concede ai Carrington laboratories (Texas) la possibilità di utilizzare un carboidrato complesso — acemannano — isolato da Aloe, nella terapia dell’ AIDS. In associazione al più comune dei farmaci impiegati nella terapia di questa affezione (l’ AZT),: ne esalta per sinergia l’attività, tanto da arrestare in molti casi la progressione della sindrome.

 

1994

Wendell Winters della University of Texas Health Science Center di San Antonio analizza la composizione dell’Aloe identificando almeno 140 principi attivi e determina le principali proprietà dell’Aloe che definisce:

“Una farmacia in una pianta”.

 

1998

Nuove ricerche effettuate da Lee e pubblicate in Archives Pharma” mostrano che l’Aloe sarebbe in grado di stimolare la nuova formazione dei vasi sanguigni nelle ferite.

 

2000

L’Aloe diventa uno dei componente di bevande corroboranti, digestive, tonicizzanti, in diversi paesi del mondo, in Giappone, oltre che in long-drink, è presente in un affermato whisky e in uno yogurt.
In Messico, se ne fa uso in pannolini assorbenti per bambini e signore.
In campo cosmetico il gel di Aloe è ormai diffuso in molti preparati, da dentifrici a creme idratanti, da preparati pre- e dopo sol, e a saponi e prodotti per capelli.

 

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Dottoressa Teresa Pecere

2000 – 2001

Importantissimo studio condotto a Padova sullo sviluppo di nuovi farmaci antitumorali. Il gruppo di ricerca, coordinato da Teresa Pecere del Dipartimento di Medicina Molecolare, ha concentrato gli studi su molecole con spiccata attività antineoplastica ma con bassa tossicità per le cellule sane dei pazienti. Teresa Pecere ha studiato e valutato molte piante utilizzate nella medicina popolare e di cui la tradizione tramanda una qualche attività curativa e la ricerca è stata condotta su un vasto numero di composti naturali. La molecola individuata, AE ha dimostrato attività citotossica specifica e selettiva nei confronti dei tumori di origine neuroectodermica (quali il neuroblastoma, il melanoma ed il tumore a piccole cellule del polmone) senza presentare, alle dosi terapeutiche, tossicità per le cellule emopoietiche e per i fibroblasti umani. La ricerca ha portato a due brevetti e l’università di Padova ha firmato un contratto con Aziende Chimiche Riunite Angelini Francesco A.C.R.A.F. S.p.A che permetterà alla ricerca di proseguire ed arrivare sul mercato sotto forma di farmaco.

 

2009

Lo studio del Dott. Higuchi R. conclusosi con il brevetto di una molecola contenuta all’interno dell’Aloe, ha messo in evi

denza una considerevole riduzione della glicemia.( Brevetto U.S. n. 7534770).

 

2009

Lo studio del Dott. Tanaka M. evidenzia come alcune sostanze contenute nell’Aloe arborescens riescano a migliorare le funzioni pancreatiche ( Brevetto U.S. n.7531520).

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2009

Il Dott. Adelio Alberto Mora in collaborazione con il Dott. Paolo Lissoni, noto oncologo dell’ospedale san Gerardo di Monza, hanno realizzato un dettagliato studio sull’Aloe arborescens e dei suoi presunti effetti “ anti-tumorali”. Lo studio riguarda gli effetti benefici ottenuti con l’Aloe arborescens, somministrata secondo la ricetta di Padre Romano Zago, abbinata alla chemioterapia nei pazienti con carcinoma metastatico in fase iniziale. (Cancro al polmone, cancro del colon retto, cancro gastrico, e cancro al pancreas.
Gli Autori scrivono:” la percentuale delle regressioni oggettive tumorali e del controllo della malattia è stata significatamente più alta nei pazienti trattati contemporaneamente con Aloe rispetto alla sola Chemioterapia, così come la percentuale dei pazienti sopravvissuti a tre anni…lo studio sembra suggerire che l’Aloe può essere associata con successo alla Chemioterapia per aumentare la sua efficacia, in termini di velocità di regressione del tumore, e di aumento del tempo di sopravvivenza.

 

2009

Si svolge a Guidonia un Convegno sull’impiego dell’Aloe arborescens nella prassi clinica.
Il Convegno si basa su una revisione dei maggiori lavori scientifici pubblicati dal 1961 al 2009.

 

2011

Importante studio condotto da Bisi-Jonson MA, Obi CL Hattori T Oshima Y, Li S,Kambizi L, Eloff JN, Vasalkar SD, basato sull’attività antibatterica e anticancerogena di alcune piante del Sud Africa tra cui l’Aloe arborescens

 

2014

Revisione sistematica sulle proprietà dell’Aloe: antiossidanti, antimicrobiche, stimolanti il sistema immunitario e la guarigione delle ferite, antitumorali, ipoglicemizzanti, ipolipedemizzanti e antidiabetiche.